Giovedì, 25 Novembre 2021 08:58

Cosa mangiare ad Arezzo?

La cucina di Arezzo è contraddista per la semplicità dei prodotti che vengono utilizzati. Presente l'influenza da parte dei toscani e parzialmente anche dagli umbri. Sulle tavole aretine non manca mai: l’olio extra vergine di oliva, prodotto sulle colline circostanti, il pane tipico Toscano, non salato, la pasta all’uovo fatta in casa e verdure dell’orto sempre fresche.

 

Questi i piatti più rappresentativi della cucina aretina:

 

Crostini neri: chiamati anche crostini toscani, sono una ricetta popolare tipica di tutta la Toscana usata quasi esclusivamente per l'antipasto. Consiste in una preparazione a metà tra un ragù e un paté a base di fegatini di pollo, acciughe e capperi da spalmare su crostini di pane arrostito e bagnato nel brodo

 

Minestra di pane: simile alla ribollita, è un piatto di pane raffermo e verdure tipica della cucina povera toscana. La ricetta coinvolge numerosi tipi di verdure: patate, pomodori, fagioli, sedano, carote, cipolle e soprattutto cavolo. In particolare è necessario che il cavolo sia di tipo verza e nero. Quest'ultimo deve aver "preso il ghiaccio", ovvero aver subito almeno una gelata invernale, che ne ammorbidisce le foglie. I fagioli possono essere di tipo borlotto o cannellino. Il pane deve essere di tipo toscano e raffermo. Al termine della cottura si aggiunge un filo d'olio extravergine di oliva ed eventualmente delle fette di pane abbrustolite

 

Pappa al pomodoro: piatto "povero" della cucina toscana. L'origine contadina di questo primo piatto è testimoniata dai suoi ingredienti: pane casalingo toscano (non salato) raffermo, pomodori, brodo vegetale, spicchi d'aglio, basilico, olio di oliva extravergine toscano, sale e pepe. Ad Arezzo questa pietanza è tradizionalmente preparata unendo la cipolla al posto dell'aglio

 

Maccheroni al sugo (d'ocio, di nana, di coniglio, di cinghiale): tra i primi piatti non possono mancare i maccheroni, ovvero pasta fresca dal taglio più largo delle tagliatelle e più stretto delle pappardelle, conditi con il sugo d'ocio (oca), nana (anatra), coniglio o cinghiale

 

Fegatelli: è il secondo per antonomasia. Consistono in pezzi di fegato di maiale avvolti nella rete (o omento). Di solito sono previsti due aromi tipici della cucina toscana: foglie d'alloro e semi del finocchio selvatico. L'utilizzo di stecchi di piante d'alloro o gambi di finocchio selvatico per la chiusura dei fegatelli sarebbe previsto dalla ricetta originale, ma sono spesso sostituiti dai più pratici stuzzicadenti di legno. Il contenitore ottimale per cuocere i fegatelli di maiale alla toscana è il classico tegame di coccio. Una volta cotti "si possono conservare per qualche mese, ponendoli dopo cotti in un tegame e riempiendo questo di lardo strutto e a bollore", pratica che viene usata anche per motivi gastronomici puri

 

Bistecca chianina: comunenemente definita fiorentina, è ottenuta dalla macellazione di bovini di razza chianina, autoctona delle due suddette regioni del Centro Italia. Il nome è indicativo del suo territorio d'origine: la Val di Chiana

 

Grifi all'aretina: piatto antico tipico della zona artina. I Grifi sono le parti magre e callose del muso del vitello. Non sempre si trovano, per cui è possibile realizzare questo goloso piatto con le guance del vitello. Nella tradizione gastronomica aretina, queste parti sono cucinati in umido con aromi e pomodoro, realizzando un piatto gustoso e saporito. E' possibile mangiarlo così oppure dentro al panino, in perfetto stile street food: il Pan co’Grifi

 

Cantucci e vin santo: I cantucci o cantuccini o biscotti etruschi, sono uno dei maggiori vanti dolciari della cucina toscana. Sono biscotti secchi alle mandorle, ottenuti tagliando a fette il filoncino di impasto ancora caldo. Fanno parte dei più tipici dessert della tradizione culinaria toscana, soprattutto accoppiati al vin santo

 

Panina aretina: per alcuni la panina è salata (con i ciccioli), per altri invece è dolce e speziata (con le uvette e il pepe). Ricetta tipica del periodo pasquale che affonda le sue radici nella tradizione. Sta bene con la cioccolata dell'uovo di Pasqua o con l'uovo sodo la mattina della festa

 

Baldino: meglio conosciuto come castagnaccio, si tratta di un piatto tipicamente autunnale che si ottiene facendo cuocere nel forno un impasto di farina di castagne, acqua, olio extravergine d'oliva, pinoli e uvetta. Varianti locali prevedono l'aggiunta di altri ingredienti, come ramerino, scorze d'arancia, semi di finocchio o frutta secca. Accompagnamento ideale del castagnaccio sono la ricotta o il miele di castagno, il vino novello, o i vini dolci come il vin santo

 

Gattò all'aretina: dolce tipico della provincia di Arezzo, un tempo servito nelle campagne e non solo, in occasione di matrimoni e banchetti, oggi lo si può trovare in ogni festa paesana che si rispetti e nelle vetrine di pasticcerie e panetterie di Arezzo e provincia.
Il dolce è costituito da una pasta biscotto arrotolata, bagnata con Alchermes, (anch’esso di origine toscana e liquore molto amato dai Medici) e farcito con crema pasticcera e crema al cioccolato. La parola “gattò” deriva dal francese “gateau” che significa “torta” e in Toscana

 

 

Pubblicato in Eventi Arezzo
Mercoledì, 10 Novembre 2021 09:10

Cosa mangiare ad Arezzo?

La cucina di Arezzo è contraddista per la semplicità dei prodotti che vengono utilizzati. Presente l'influenza da parte dei toscani e parzialmente anche dagli umbri. Sulle tavole aretine non manca mai: l’olio extra vergine di oliva, prodotto sulle colline circostanti, il pane tipico Toscano, non salato, la pasta all’uovo fatta in casa e verdure dell’orto sempre fresche.

 

Questi i piatti più rappresentativi della cucina aretina:

 

Crostini neri: chiamati anche crostini toscani, sono una ricetta popolare tipica di tutta la Toscana usata quasi esclusivamente per l'antipasto. Consiste in una preparazione a metà tra un ragù e un paté a base di fegatini di pollo, acciughe e capperi da spalmare su crostini di pane arrostito e bagnato nel brodo

 

Minestra di pane: simile alla ribollita, è un piatto di pane raffermo e verdure tipica della cucina povera toscana. La ricetta coinvolge numerosi tipi di verdure: patate, pomodori, fagioli, sedano, carote, cipolle e soprattutto cavolo. In particolare è necessario che il cavolo sia di tipo verza e nero. Quest'ultimo deve aver "preso il ghiaccio", ovvero aver subito almeno una gelata invernale, che ne ammorbidisce le foglie. I fagioli possono essere di tipo borlotto o cannellino. Il pane deve essere di tipo toscano e raffermo. Al termine della cottura si aggiunge un filo d'olio extravergine di oliva ed eventualmente delle fette di pane abbrustolite

 

Pappa al pomodoro: piatto "povero" della cucina toscana. L'origine contadina di questo primo piatto è testimoniata dai suoi ingredienti: pane casalingo toscano (non salato) raffermo, pomodori, brodo vegetale, spicchi d'aglio, basilico, olio di oliva extravergine toscano, sale e pepe. Ad Arezzo questa pietanza è tradizionalmente preparata unendo la cipolla al posto dell'aglio

 

Maccheroni al sugo (d'ocio, di nana, di coniglio, di cinghiale): tra i primi piatti non possono mancare i maccheroni, ovvero pasta fresca dal taglio più largo delle tagliatelle e più stretto delle pappardelle, conditi con il sugo d'ocio (oca), nana (anatra), coniglio o cinghiale

 

Fegatelli: è il secondo per antonomasia. Consistono in pezzi di fegato di maiale avvolti nella rete (o omento). Di solito sono previsti due aromi tipici della cucina toscana: foglie d'alloro e semi del finocchio selvatico. L'utilizzo di stecchi di piante d'alloro o gambi di finocchio selvatico per la chiusura dei fegatelli sarebbe previsto dalla ricetta originale, ma sono spesso sostituiti dai più pratici stuzzicadenti di legno. Il contenitore ottimale per cuocere i fegatelli di maiale alla toscana è il classico tegame di coccio. Una volta cotti "si possono conservare per qualche mese, ponendoli dopo cotti in un tegame e riempiendo questo di lardo strutto e a bollore", pratica che viene usata anche per motivi gastronomici puri

 

Bistecca chianina: comunenemente definita fiorentina, è ottenuta dalla macellazione di bovini di razza chianina, autoctona delle due suddette regioni del Centro Italia. Il nome è indicativo del suo territorio d'origine: la Val di Chiana

 

Grifi all'aretina: piatto antico tipico della zona artina. I Grifi sono le parti magre e callose del muso del vitello. Non sempre si trovano, per cui è possibile realizzare questo goloso piatto con le guance del vitello. Nella tradizione gastronomica aretina, queste parti sono cucinati in umido con aromi e pomodoro, realizzando un piatto gustoso e saporito. E' possibile mangiarlo così oppure dentro al panino, in perfetto stile street food: il Pan co’Grifi

 

Cantucci e vin santo: I cantucci o cantuccini o biscotti etruschi, sono uno dei maggiori vanti dolciari della cucina toscana. Sono biscotti secchi alle mandorle, ottenuti tagliando a fette il filoncino di impasto ancora caldo. Fanno parte dei più tipici dessert della tradizione culinaria toscana, soprattutto accoppiati al vin santo

 

Panina aretina: per alcuni la panina è salata (con i ciccioli), per altri invece è dolce e speziata (con le uvette e il pepe). Ricetta tipica del periodo pasquale che affonda le sue radici nella tradizione. Sta bene con la cioccolata dell'uovo di Pasqua o con l'uovo sodo la mattina della festa

 

Baldino: meglio conosciuto come castagnaccio, si tratta di un piatto tipicamente autunnale che si ottiene facendo cuocere nel forno un impasto di farina di castagne, acqua, olio extravergine d'oliva, pinoli e uvetta. Varianti locali prevedono l'aggiunta di altri ingredienti, come ramerino, scorze d'arancia, semi di finocchio o frutta secca. Accompagnamento ideale del castagnaccio sono la ricotta o il miele di castagno, il vino novello, o i vini dolci come il vin santo

 

Gattò all'aretina: dolce tipico della provincia di Arezzo, un tempo servito nelle campagne e non solo, in occasione di matrimoni e banchetti, oggi lo si può trovare in ogni festa paesana che si rispetti e nelle vetrine di pasticcerie e panetterie di Arezzo e provincia.
Il dolce è costituito da una pasta biscotto arrotolata, bagnata con Alchermes, (anch’esso di origine toscana e liquore molto amato dai Medici) e farcito con crema pasticcera e crema al cioccolato. La parola “gattò” deriva dal francese “gateau” che significa “torta” e in Toscana

 

 

Pubblicato in Itinerari
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