Lunedì, 05 Febbraio 2024 09:09

Giorgio Vasari: a 450 anni dalla sua morte

Giorgio Vasari (Arezzo, 30 luglio 1511 - Firenze, 27 giugno 1574) è riconosciuto in tutto il mondo come uno dei maggiori protagonisti del Rinascimento, artista poliedrico e scrittore d'arte, e nel 2024 ricorre il 450° anniversario della sua morte: per questo motivo la sua città natale, Arezzo, si prepara a celebrarlo nel migliore dei modi.

Ma chi è Giorgio Vasari?

Giorgio Vasari nacque ad Arezzo il 30 luglio 1511 in una famiglia di modesti mercanti. Durante la sua infanzia frequentò le botteghe di diversi artisti della città, dai quali apprese nozioni di pittura e architettura e acquisì una formazione umanistica. Da adolescente si recò a Firenze per proseguire gli studi, e lì entrò in contatto con il cardinale Silvio Passerini, grande mecenate che lo raccomandò alla potente famiglia dei Medici.

Tuttavia, la sua promettente carriera fu bruscamente interrotta dalla morte del padre nel 1527. A soli 16 anni dovette assumere il ruolo di capofamiglia e sulle sue spalle ricadde la responsabilità di prendersi cura della madre e dei quattro fratelli minori. Fu un periodo difficile per Vasari, per far fronte alle spese familiari dovette dedicarsi interamente alla pittura. In particolare, lavorava senza sosta alla produzione di pale d'altare per le chiese di Arezzo e dintorni. In quel periodo conobbe Rosso Fiorentino, pittore che influenzò molto il suo stile di disegno.

Il suo lavoro fu ripagato al punto che poté far costruire una casa oggi adibita a Casa Museo Vasari. Nonostante ciò, l'artista soffriva di una profonda malinconia e decise di ritirarsi per alcuni mesi in un eremo, dipingendo per i monaci e cercando la serenità in una vita semplice in mezzo alla natura. Nel 1538, lasciata la famiglia in una situazione stabile e ripresosi dalla crisi personale, ma deciso anche a cercare sicurezza economica, decise di lasciare i suoi modesti lavori ad Arezzo per tentare la fortuna con incarichi più ambiziosi.

Per i successivi quindici anni Vasari percorse in lungo e in largo la penisola italiana: trascorse molto tempo a Roma, dove si stabilì per lunghi periodi; tornò spesso in Toscana, specialmente ad Arezzo, dove la sua reputazione era ancora decisamente nota; e si recò anche a Napoli, a Venezia e nei territori della Pianura Padana. Nei suoi viaggi studiò le varie scuole d'arte mentre si guadagnava da vivere con lavori ben retribuiti, soprattutto affreschi per palazzi privati, grazie ai quali ebbe modo di ampliare le sue conoscenze di architettura.

Sebbene non gli siano mai mancati né opera né committenti, i posteri hanno collocato lo stile pittorico del Vasari in un contesto modesto, un'opera di qualità ma aderente ai canoni del suo tempo e senza lo spirito d'innovazione che caratterizzava i grandi artisti. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che per molto tempo fu costretto a dipingere per sopravvivere, e dovette dunque privilegiare la velocità nell'esecuzione. Proprio la rapidità nella consegna degli ordini divenne il marchio distintivo di Vasari, il cui stile era manierista, sebbene relativamente semplice per gli standard di questo movimento, caratterizzato invece da un dramma spesso esagerato.

Nel 1554 cedette alle insistenze di Cosimo de' Medici, duca di Firenze: tornò dunque in città per mettere le sue doti al servizio dei Medici. Cosimo s'interessò al Vasari per la sua conoscenza dell'architettura e gli commissionò in successione tre grandi progetti: la ristrutturazione dell'antico Palazzo della Signoria, ora noto come Palazzo Vecchio, per trasformarlo in un più sontuoso edificio governativo; la costruzione di una galleria attigua destinata ad ospitare gli uffici amministrativi – da qui il nome, gli Uffizi, oggi una delle più importanti pinacoteche del mondo –; e infine un corridoio che collegasse questi uffici con i nuovi appartamenti che si stavano preparando per la corte ducale in Palazzo Pitti, dall'altra parte dell'Arno – il Corridoio Vasariano, che corre sopra il Ponte Vecchio. A Vasari Cosimo commissione anche gli affreschi della cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, ma la morte dell'artista, avvenuta il 27 giugno 1574, interruppe questi lavori appena iniziati.

Nonostante la sua copiosa produzione artistica, l'opera più nota di Giorgio Vasari è un libro: Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, considerato il primo trattato moderno di storia dell'arte. Raccoglie le biografie di circa centocinquanta artisti vissuti dal XIII al XVI secolo, a partire dal pittore Cimabue per finire con la sua autobiografia – aggiunta solo nella seconda edizione –, oltre a contenere una lunga introduzione alle tecniche delle tre arti maggiori: architettura, pittura e scultura.

Il trattato del Vasari è ancora oggi una delle più importanti fonti primarie per la storia dell'arte rinascimentale e, in molte occasioni, l'unica da cui si possono ricavare dati biografici sugli artisti di quel periodo. Sebbene oggi siano personaggi di studio, ai loro tempi gli artisti erano considerati come semplici artigiani e la maggior parte delle informazioni ufficiali che si conservavano su di loro riguardano il loro lavoro, come la data di consegna di un'opera e l'importo pagato. In tale contesto, un trattato di questo tipo costituiva un'imponente opera di documentazione e divulgazione e rendeva conto della grande cultura che l'autore aveva acquisito nei suoi viaggi.

Tuttavia, le informazioni fornite sono di relativa attendibilità: Vasari si perde spesso in aneddoti, leggende e pettegolezzi di dubbia credibilità. Inoltre, per compiacere il duca di Firenze o forse per le proprie origini toscane, Vasari attribuisce un'importanza preponderante agli artisti della sua terra rispetto a quelli di altre scuole – alcune ugualmente influenti, come quella veneziana. Nell'opera i toscani vengono presentati come i soli che riuscirono a spezzare le catene dell'arte bizantina «goffa e ruvida» e che riportarono le arti in una nuova età dell'oro. Questa tendenza è particolarmente presente nell'edizione originale, pubblicata nel 1550, mentre la revisione del 1568 è più completa, sebbene ancora molto toscano-centrica.

Ma l'importanza innegabile dell'opera di Vasari sta nel fatto che fu proprio lui a parlare per la prima volta del valore rinascimentale – di rinascita – dell'arte, finalmente in grado di superare un passato che l'autore descrive spesso in modo molto scortese. Nella biografia di Giotto, ad esempio, dice che «veramente fu miracolo grandissimo, che quella età e grossa et inetta avesse forza l'operare in Giotto sí dottamente, che 'l disegno, del quale poca o nessuna cognizione avevano gli uomini di que' tempi, mediante sí buono artefice ritornasse del tutto in vita».

Nonostante le sue carenze e parzialità, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori rimane oggi un caposaldo per lo studio del Rinascimento e uno dei trattati di storia dell'arte più pubblicati e tradotti. La sua versione integrale è composta da più di 3000 pagine suddivise in tre volumi, ma la maggior parte delle edizioni fa una selezione dei nomi più rappresentativi. In origine era accompagnato da un'opera complementare, comunemente chiamata Libro de' disegni di Giorgio Vasari, che si può considerare il primo catalogo di opere d'arte della storia: conteneva quasi 2000 disegni e schizzi che l'artista collezionava durante i suoi viaggi; una collezione unica che però è stata venduta a poco a poco dai suoi eredi e oggi è sparsa in tutto il mondo!

 

 

Fonte: https://www.storicang.it/a/giorgio-vasari-il-grande-storico-dellarte-rinascimentale_15278

Pubblicato in Eventi Arezzo
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