Venerdì, 23 Febbraio 2018 08:06

Pieve di Santa Maria

In stile romanico, sorge all'inizio di Corso Italia (termine di via dei Pileati); la costruzione iniziò dopo il 1140 e si protrasse fino all'inizio del 1300.

Il campanile, detto delle "cento buche" per via delle molte finestre bifore, fu costruito nel 1330. Sulla facciata sono presenti sculture di Domenico Marchionne. All'interno si può ammirare un bellissimo polittico di Pietro Lorenzetti (1320); nella cripta è custodito il cranio del patrono della città, San Donato. »

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Mercoledì, 13 Dicembre 2023 14:17

Chiesa di Santa Croce

La chiesa sorse sul luogo di un tempio pagano del II secolo a. C. ed è documentata per la prima volta nel 1081.

In quell'anno vicino alla chiesa era stato fondato un convento di monache Benedettine, dette le signore di Santa Croce, che furono obbligate da Cosimo I de' Medici a trasferirsi entro le mura, dopo la costruzione della nuova cinta muraria.

L'esterno della chiesa ha conservato le strutture del XII secolo soltanto nell'abside, caratterizzata da influssi di stampo ravennate riconoscibili negli archetti pensili aggettanti su mensole e coronati da una decorazione in laterizio.
La facciata è stata ricostruita.

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Mercoledì, 13 Dicembre 2023 14:20

Chiesa di Sant'Antonio Abate

La chiesa fu costruita verso la fine dell'alto Medioevo in una zona con molta probabilità ricca di pascoli e di greggi, di cui il santo titolare è patrono. La struttura attuale risale al XII secolo.

Il patronato della chiesa, in origine della famiglia Testi, passò ai Marsuppini, ai Bacci e dal 1805 ai Centeni-Romani, divenendone nel 1851 un sepolcreto di famiglia. La chiesa era stata destinata a luogo di sepoltura già nel 1767, in occasione di una grave epidemia abbattutasi in quell'anno su Arezzo.

Nel 1777 l'edificio fu completamente restaurato, rifacendo il portale, spostando il presbiterio con l'altare e facendo costruire il campanile. All'interno furono affrescate le pareti e la calotta absidale da Liborio Ermini. Della fine del XVIII secolo è la scultura lignea con "Cristo caduto sotto il peso della croce", eseguita da L.Chiari.

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Mercoledì, 13 Dicembre 2023 14:23

Chiesa della Misericordia

La chiesa della Santissima Trinità è un luogo di culto cattolico del centro storico di Arezzo, situato lungo via Garibaldi, già via Sacra, in posizione prospiciente piazza del Popolo. Il luogo di culto e i locali annessi sono sede dell'Arciconfraternita della Misericordia di Arezzo, motivo per cui la chiesa è anche detta della Misericordia.

Nel 1315, il vescovo di Arezzo Guido Tarlati approva la nascita di una confraternita di Misericordia che, nel 1348, spostata la sua sede lungo la via Sacra, costruì a sue spese una chiesa dedicata alla Trinità e adornata, esternamente, da un affresco con lo stesso soggetto, opera di Spinello Aretino; per la chiesa, tra il 1485 e il 1486, Andrea della Robbia realizzò la Santissima Trinità tra i Santi Bernardo e Donato in seguito spostato nella cappella della Madonna del Conforto nella cattedrale.

Nel 1521, Pietro di Subisso realizzò per la chiesa della Trinità un nuovo altare su disegno di Guillaume de Marcillat, in seguito spostato nella chiesa della Madonna del Duomo. Nella seconda metà dello stesso secolo, Giorgio Vasari realizzò il gonfalone della confraternita, poi collocato nella chiesa.

Nel 1732 la chiesa venne radicalmente restaurata in stile barocco su progetto di Pier Antonio Tosi; nel 1792 la confraternita si trasferisce nella chiesa di San Sebastiano, per poi tornare in quella della Trinità nel 1847.
Il semplice esterno della chiesa è caratterizzato dalla facciata a capanna, affiancata da due corpi di fabbrica più bassi facenti parte del complesso della Misericordia. In corrispondenza della chiesa, al centro, si apre un unico portale in pietra con timpano triangolare poggiante su due mensole, ciascuna delle quali è sorretta da una parasta ionica. La porta lignea è riccamente decorata con intagli e risale al 1672. In alto, vi è una finestra rettangolare, con cornice lapidea scolpita. La facciata termina con un semplice timpano triangolare sormontato da una croce in ferro battuto.

L'interno della chiesa è a navata unica di tre campate, quella centrale, più estesa, coperta con volta a vela e quelle alle due estremità con volta a cupola ribassata; la ricca decorazione in stucco venne eseguita nel 1733 da Bernardo Sproni; a ridosso della parete fondale, vi è l'altare maggiore in stucco, al centro della cui ancona si trova un Crocifisso ligneo del XIV secolo. In corrispondenza della campata mediana, si trovano due altari laterali contrapposti, per i quali, tra il 1738 e il 1741, Giuseppe Berti realizzò due tele raffiguranti la Pentecoste (altare di sinistra) e il Transito di San Giuseppe. In controfacciata, si trova una cantoria, mentre due più piccole sono poste ai lati del presbiterio.

Sulla parete di sinistra della prima campata, è conservato il recto (il verso è al Museo statale d'arte medievale e moderna) dello stendardo dipinto da Giorgio Vasari nel 1572 e raffigurante la Santissima Trinità tra santi. Sulla parete opposta è un Noli me tangere di Alessandro Allori, firmato e datato 1584. I tondi con Profeti sono di Tommaso Redi (1726), mentre di Giuseppe Berti sono le due tele raffiguranti la Pentecoste e il Transito di san Giuseppe, datate tra il 1738 e il 1741.

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Mercoledì, 13 Dicembre 2023 14:25

Chiesa di Sant'Agostino

L'ordine mendicante degli Eremitani di Sant'Agostino fu approvato nel 1256 da Papa Alessandro IV e, l'anno successivo, i frati agostiniani posero la prima pietra per la costruzione della loro chiesa in Arezzo.

L'edificio era di piccole dimensioni e per questo motivo, nel 1330, partirono i lavori per una nuova struttura, a tre navate, che nel 1341 risultò essere una delle più ampie della città.

Tra sospensioni e riprese il complesso religioso, che comprendeva anche un grande convento, rimase incompleto fino a tutto il Quattrocento. I consistenti lasciti di Mariotto di Cristoforo Cofani e dei figli permisero, a partire dal 1491, il rilancio e il completamento dei lavori. Nel 1510 Martin Lutero, ancora monaco agostiniano, secondo la tradizione si fermò nel cenobio aretino durante il suo viaggio verso Roma.

Il Vasari ci dice che tra la fine del Trecento e i primi del Cinquecento la chiesa fu abbellita da splendidi cicli di affreschi e dipinti su tavola, eseguiti da importati artisti quali Barna senese (Storie di San Jacopo), Iacopo del Casentino (Storie di San Lorenzo), Parri di Spinello (affreschi per il Coro), Taddeo di Bartolo (Papa Gregorio XI), Bartolomeo della Gatta (Incoronazione della Vergine e Madonna Assunta) e Luca Signorelli (San Nicola da Tolentino e alcuni Angeli per la Cappella del Sacramento).

Tutte queste opere sparirono tra il 1761 e il 1766, quando l'edificio sacro subì un enorme stravolgimento che ne dimezzò le dimensioni e lo trasformò all'interno. I nuovi canoni imperanti erano quelli del barocco e del rococò, per questo i luganesi Francesco e Giuliano Rusca e il varesino Carlo Speroni riempirono di sfarzosi e opulenti stucchi la chiesa. La Cantoria (1765) sulla controfacciata rappresenta il momento più alto di quel periodo.

Esternamente rimasero la fiera faccia in pietre conce e il superbo campanile quadrangolare, entrambi quattrocenteschi. La punta di quest'ultimo fu rovinata da un fulmine nel 1825 e venne ricostruita all'inizio degli anni venti del secolo scorso. In seguito furono aggiunte anche quattro piccole cuspidi.

Nonostante le gravissime perdite, sono ancora numerose le testimonianze artistiche conservate in Sant'Agostino che meritano di essere segnalate.

Rispetto alla struttura originale l'edificio è stato dimezzato e completamente restaurato tra il 1761 e il 1766, su progetto del ferrarese, ma di famiglia oriunda proprio di Arezzo, Filippo Giustini.

Nel rifacimento settecentesco la facciata non ha subito alterazioni.

All'interno, dove sono conservate belle tele seicentesche di Bernardino Santini, uno dei migliori pittori aretini del Seicento, che lavorò tantissimo per questa chiesa, è di grande effetto la cantoria della parete di controfacciata, anch'essa progettata da Francesco Rusca. A sinistra dell'entrata si apprezza subito un Crocifisso ligneo su tela con San Giovanni evangelista e San Francesco (1642) eseguita da Bernardino Santini. La parete sinistra presenta in sequenza Gesù Buon Pastore (1770), la vetrata con la Pentecoste, commissionata nel 2003 alle Vetrate Artistiche Fiorentine e la Madonna con il Bambino e Sant'Agostino (inizi Cinquecento, ma ridipinta nel XVIII secolo).

"La circoncisione di Gesù" smembrata e poi ricomposta Tra le opere più antiche, un affresco con San Bernardino tra i santi Girolamo e Ignazio d'Antiochia, di un autore locale ispirato a Piero della Francesca (1498) e la pala frammentaria della Circoncisione di Gesù (1506), capolavoro a sei mani del savinese Niccolò Soggi, dell'aretino Domenico Pecori, e dello spagnolo Fernando De Coca. Quest'ultima opera ha avuto una storia singolare: venne infatti realizzata per la chiesa della Santissima Trinità (o Misericordia), ma nel corso del Settecento fu trasferita in Sant'Agostino. Nel 1922 venne trafugata da un ladro lucchese e smembrata in cinque parti. In questo modo il furfante avrebbe potuto piazzare dipinti diversi sul mercato nero, ma fu scoperto e arrestato. Dopo essere rimasta nei depositi del Museo statale d'arte medievale e moderna di Arezzo per decenni, l'opera è stata restaurata e ricollocata nella chiesa, dove oggi è ammirabile in tutta la sua bellezza, nonostante le vistose lacune. Tre parti della tela vengono rubati dal vandalismo del mercante d'arte Ildebrando Bossi da Genova. Sempre sulla stessa parete si osservano la Madonna con il Bambino tra Sant'Agostino e Santa Monica di Bernardino Santini (1650) e una figura allegorica settecentesca.

A sinistra dell'altare sono collocate la Beata Cristina Visconti (1650), ancora del Santini e il Sant'Agostino (1770) di Mattia de Mare.

Nella cappella invernale è sistemata la tela con san Giovanni da San Facondo che salva un Bambino di Bernardino Santini (1650).

L'altare maggiore è ornato da cinque dipinti: il Beato Bonventura e Santa Chiara da Montefalco eseguite nel 1660 da Salvi Castellucci, Sant'Agostino e Santa Maria Maddalena di Matteo Lappoli (inizi XVI secolo) e al centro la Madonna della Consolazione (fine Settecento) di autore anonimo.

A destra dell'entrata si segnala una Natività (1982) dell'aretino Franco Fedeli.

La parete destra comincia con il grande affresco di fine Quattrocento, di autore anonimo, con San Bernardino tra San Girolamo e Sant'Ignazio di Antiochia. A seguire due opere del secolo scorso, la statua della Madonna Immacolata e il Sacro Cuore di Gesù, quindi un tela del Santini con Sant'Agostino tra il Crocifisso, la Madonna e i santi Nicola da Tolentino e Guglielmo d'Aquitania (1650). Conclude un'altra allegoria settecentesca. A destra dell'altare si notano il Beato Egidio Colonna (1650) di Bernardino Santini e il San Donato (1770) di Mattia de Mare.

Infine, nella sacrestia, si distinguono una Santa Maria Maddalena penitente (metà XVII secolo) e la novecentesca Cena di Emmaus del ravennate Orazio Toschi.

Nell'abside si vede il coro ligneo intagliato da Ludovico Paci nel 1771.

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Mercoledì, 13 Dicembre 2023 14:27

Chiesa di Sant'Ignazio

La chiesa di Sant'Ignazio è una chiesa di Arezzo che si trova fra via Giosuè Carducci e via della Fioraia.

La chiesa, una delle imprese religiose più importanti dell'Arezzo seicentesca, fu costruita tra il 1667 e il 1686 dai padri gesuiti su disegno di padre Ciriaco Pichi.

Oggi è sconsacrata e funge da sala espositiva della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea.

Ispirata a modelli d'architettura servita della fine del Cinquecento, la facciata in mattoni rispetta uno schema introdotto in Arezzo da Bartolomeo Ammannati in Santa Maria a Gradi. La decorazione a stucco dell'interno, esempio straordinario di barocco aretino, fu eseguita da Giuseppe Passardi. Sull'altare maggiore è una copia di Pier Dandini dal Cristo e sant'Ignazio di Pietro da Cortona (Pistoia, Santo Spirito). Le statue delle Virtù collocate entro nicchie lungo le pareti sono di Bernardino Raoni (1762).

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  • INDICE DELLE CHIESE - CHURCHES
  • 27: Chiesa S. Agnese - 6/C
  • 17: Chiesa S. Agostino - 4-5/D
  • 3: Chiesa di S. Annunziata -2-3/B
  • 37: Chiesa S. Bernardo - 3/E
  • 20: Chiesa S. Croce - 7/C
  • 1: Chiesa Di S. Domenico - 4/A
  • 11: Chiesa SS. Flora e Lucilla in B. - 3/B-C
  • 14: Chiesa S. Francesco - 3-4/C
  • 18: Chiesa S. Gemignano 5/D
  • 39: Chiesa di S. Maria delle Grazie 4/E
  • 2: Chiesa di S. Maria in Gradi 3-4/A
  • 10: Chiesa S. Maria della Pieve - 5/C
  • 26: Chiesa S. Michele - 4/C
  • 34: Chiesa SS. Trinità - 3/C
  • 4: Duomo - 5/A
  • GALLERIE, PALAZZIE E MONUMENTI - CULTURAL FACILITIES
  • 12: Galleria Comunale d'Arte Contemporanea - 4/B
  • 38: Museo Archeologico - 4/E
  • 29: Museo Diocesano - 5/A
  • 6: Casa del Petrarca - 5/B
  • 36: Casa del Vasari - 3/A
  • 30: Logge Vasari - 5/B-C
  • 28: Palazzetto della Fraternita dei Laici - 5/B-C
  • 35: Palazzo Bruni - 3/A
  • 31: Palazzo del Capitano del Popolo - 5/B
  • 5: Palazzo Comunale - 4/B
  • 32: Palazzo del Popolo 5/B
  • 9: Palazzo Pretorio - 5/B
  • 13: Teatro Petrarca - 3/C
  • 21: Anfiteatro Romano - 3-4/E
  • 22: Bastioni S. Spirito - 2-3/E
  • .
  • 40: Chimera d'Arezzo - 2/D-E
  • 8: Fortezza Medicea - 6-7/B
  • 7: Monumento a F. Petrarca - 6/B
  • 16: Monumento a Guido Monaco - 2-3/D
  • 19: Porta trento Trieste - 6/D
  • 25: Porta S. Clemente - 3/A
  • 24: Porta di S. Lorentino - 2/A
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