Itinerario I - La città nascosta Arezzo

Visitare le zone nascoste della città di Arezzo

Nella biblioteca Comunale della città di Arezzo, lo staff di Visitarezzo, ha scovato un piccolo tesoro: un fascicolo di itinerari per la città proposti e pensati dal Comune di Arezzo, intitolato "La città nascosta"!
Vogliamo quindi, condividerli con tutti voi, affinché possiate seguire questi consigli e per riscoprire le opere nascoste della città!

 

Di seguito viene riportato il primo itinerario riportato nella guida:

 

1 - La Porta S. Lorentino, detta anche Fiorentina, era una delle quattro porte della cinta medicea del sec. XVI. Nel 1644 essa venne ristrutturata e fu allora che, forse, fu tolta la Madonna col Bambino in pietra già collocata sulla porta Tarlatesca.
Alla sinistra di chi entra dalla Porta si trova il Baluardo di S. Lorentino, durante la costruzione del quale, nel 1553, fu trovata la statua della Chimera.
La Porta del Foro, che ha dato il nome al Quar-tiere, si apriva molto più a monte, sulla zona del Foro Romano, che presumibilmente si trovava dove attualmente è il Prato.
La Porta veniva anche detta "la Porta fiorentina delle forche", perchè nel 6/700 vi passava la processione che accompagnava al supplizio i condannati a morte. L'aspetto attuale della porta deriva da una ristrutturazione del 1932. (M.M.)

 

2 -La statua di S. Michele dalla Porta S. Angelo
I lavori di svuotamento del Bastione della Ghiacciaia, volti al recupero strutturale ed architettonico della Fortezza Medicea, hanno condotto al ritrovamento dell'antica porta di S. Angelo, la cui monumentalità fa capire l'importanza che rivestiva questo accesso della cit-tà, prossimo alla chiesa di S. Angelo in Archaltis.
S. Michele è scolpito nell' atto di vibrare un colpo di spada in direzione del drago ai suoi piedi.
Il ritrovamento è importantissimo perchè testimonia lo stile e la tipologia della scultura aretina del trecento, di cui ci rimangono rari esempi, limitati alle madonne col Bambino delle porte della cinta muraria Tarlatesca. Il S. Michele è comunque superiore a queste ultime per vivacità, dinamismo e qualità. Sulla porta sono stati trovati anche tre stemmi, quello della Repubblica fiorentina, le Chiavi di S. Pietro e lo stemma del popolo fiorentino. Essi risalgono a data più recente, posteriore al 1384. (M.M.)

 

3 - Collegio di S.Caterina
Il Monastero della Compagnia della SS.ma Annunziata fu completato nel 1588 . Il disegno del complesso era stato commissionato nel 1551 a Giorgio Vasari, ma fu alterato in corso d'opera. Nel 1840 vi fu trasferito il Conservatorio di S. Caterina, che passò all' INADEL nel 1938. Nell'ultima guerra l'edificio venne gravemente lesionato dai bombar-damenti. Restano intatti il chiostro interno, a due ordini, e la cappella dedicata a S.
Cristoforo, che faceva parte dell'antico Ospedale delle Donne, già esistente nel Trecento ed ampliato nel secolo successivo.
Visibili nella cappella un affresco di Parri di Spinello, con relativa sinopia e un crocifisso cinquecentesco donato da Papa Giulio III.
Nei saloni di rappresentanza vari arredi di grande interesse, tra cui una serie di 15 quadretti su vetro dipinto rappresentanti i Misteri del Rosario (sec. XVII).
Notevole il grande parco alberato. (M.M.)

4 - Scomparso Monastero di S. Chiara Novella o il Conventaccio
Il monastero venne costruito a partire dal 1485. Esso ebbe vita fiorente fino al 1810, quando venne soppresso da Napoleone I.
All' interno si trovavano varie opere fra cui un Vasari ed un Della Gatta. Entrambe sono ora scomparse. Dopo la soppressione, nei locali del monastero venne installata la vetreria Granati, ma al termine di questa attività il luogo divenne malfamato, tanto da prendere il nome di "Conventaccio".
Nel 1930 il monastero e l'annessa chiesa furono abbattuti per realizzare le attuali caser-me. Non vennero salvati neppure il chiostro quattrocentesco ed altre parti di rilievo. Le caserme furono completate nel 1933 su progetto dell'ing. Donato Bizzelli. (M.M.)

 

5 - Lavamani del Marcillat (Liceo Ginnasio F. Petrarca)
Guglielmo da Marcillat disegnò agli inizi del '500 un grande lavamani ed un altare in pietra per la Compania della Ss. Trinità, istituita all'epoca del Tarlati. Entrambe le opere vennero scolpite da Santi Subisso.
L'altare si trova adesso nell'Oratorio della Madonna del Duomo (vedi 36), mentre il lavamani si trova ancora nei locali, oggi adibiti a scuola, della Compagnia, soppressa nel
1785 da Pietro Leopoldo.
Il lavamani, che porta la data 1522, è "opera di rara maestosità", e viene per la prima volta in questa occasione proposto alla visita dopo secoli di abbandono e dimenticanza.
(M.M.)

 

6 - S. Agostino ed il suo retro
La chiesa di S. Agostino sorse in una prima versione a tre navate nel 1257. Prima del 1330 la chiesa duecentesca era già stata interamente ricostruita, forse perchè pericolante.
Il nuovo edificio fu terminato, assieme al cam-panile, solo nel 1491. Esso era molto vasto: come lunghezza era secondo, in città, solo alla Cattedrale. Conteneva anche un gran numero di opere d'arte. Queste ultime vennero quasi interamente perdute nel '700, quando la chiesa fù ancora una volta trasformata, accorciandosi di quasi la metà. L'interno venne ristrutturato in stile rococò. Ancora possiamo riconoscere, su via Garibaldi, la parte del vecchio edificio che fu separata dalla nuova chiesa. Accedendo da un grande arco ai negozi artigiani posti sul retro di S. Agostino, comprendiamo da molti segni, capitelli, elementi architettonici etc. di essere all' interno della chiesa trecentesca, e la distanza che ci separa dal nuovo abside ci lascia intuire le dimensioni del primitivo edificio. (M.M.)

 

7 - Chiesa e piazzetta di S. Gimignano
La chiesa di S. Gimignano è di origine altomedievale; un primo documento che la nomina risale al 1030. Venne poi ricostruita nel XIII secolo, ma lo stato attuale deriva da una ristrutturazione che la interessò a metà del '700 e a restauri del secolo successivo.
L'interno è un bell' esempio di stile settecente-sco. Al XVIII secolo risalgono gli stucchi, l'altare maggiore e un bel crocefisso su croce intar-siata. Nel presbiterio due tele seicentesche di Salvi Castellucci, mentre nella sacrestia può essere ammirata la struttura dell' abside romanica.
La piazzetta ove sorge la chiesa venne radicalmente modificata negli anni '30 con l'apertura di via della Minerva, che snaturò la zona da S.
Agostino a Colcitrone e trasformò così, profondamente, il contesto in cui l'edificio è inserito.

 

8 - Porta Trento e Trieste
L'antica Porta di Sant'Andrea faceva parte del-
Quartiere di S. Andrea la cinta muraria alto medioevale e si trovava molto più a monte dell'attuale. Essa dette il nome ad uno dei quattro Quartieri della città di Arezzo, i cui confini dovevano essere il lato sud di via Seteria, Corsoltalia, via Garibaldi fino a Porta Trento Trieste, via Lungo le Mura, via Colcitrone, via Pescioni e Piazza Grande. La porta prenae-va il suo nome dalla vicina Chiesa di S.Andrea, di origine altomedioevale o addirittura paleocristiana. La sede del quartiere si trova in via delle Gagliarde che, insieme a via Fontanella, Piaggia di S. Lorenzo e via Pellicceria, costituiva il "cardine massimo" del nuovo impianto urbanistico dato ad Arezzo con la ricostruzione seguita alla distruzione sillana dell' 81 a.C. Tale "cardo", perfettamente orientato nel senso nord-
uisegno di Palazzini l'attuale Porta Trento e Trieste sud, ha rappresentato la principale via della città dall' età romana a quella medievale. (C.N.)

 

NELLA GALLERIA IMMAGINI LA MAPPA DELL'ITINERARIO

 

 

Informazioni aggiuntive

  • Luogo: Arezzo
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