Mercoledì, 06 Dicembre 2023 08:47

Museo di Casa Vasari

Museo di Casa Vasari
 

Orti bellissimi nel borgo di San Vito, nella migliore aria della città
 
“[…] Iniziai col comprare una casa ad Arezzo nel sobborgo di S.Vito, dove si respira l’aria più buona di questa città […]”: con queste parole Vasari descriveva la sua casa, acquistata nel 1541, oggi sede del museo omonimo.
Giorgio Vasari (1511 – 1574), storico dell’arte e artista poliedrico, autore de Le Vite, fonte imprescindibile della storiografia artistica, fu sempre molto legato alla sua città natale, come testimoniano le importanti e numerose opere dislocate su tutto il territorio aretino.
Nonostante vi soggiornasse solo per brevi periodi, il suo pensiero si rivolgeva spesso alla casa aretina, considerata un rifugio dove ritemprarsi al suo ritorno dai numerosi impegni.
Vasari realizzò personalmente le decorazioni delle sale del piano nobile, che testimoniano l’intenzione di avviare un preciso programma iconografico di celebrazione del ruolo dell’artista, utilizzando riferimenti mitologici, biblici e allegorici riproposti sia nei dipinti su tavola che decorano i soffitti a cassettoni, che sulle volte e sulle decorazioni parietali della casa.
Le opere esposte nella quadreria allestita agli inizi degli anni ‘50 del XX secolo provengono in gran parte dalle collezioni delle Gallerie Fiorentine, una rassegna di dipinti cinquecenteschi riferibile in particolare ai “pittori dello studiolo”, ovvero quegli artisti che intorno al 1570 collaborarono insieme a Vasari alla decorazione dello Studiolo di Francesco I de’ Medici in Palazzo Vecchio. Tra questi si annoverano Alessandro Allori, Perin del Vaga, Giovanni Stradano, Santi di Tito ed altri di ambito aretino e fiorentino.
Accanto alla casa si estende il giardino pensile all’italiana, che in origine era più esteso e comprendeva anche gli orti.
All’interno di Casa Vasari, escluso dal percorso museale e non aperto al pubblico, si conserva il prezioso Archivio vasariano che contiene la corrispondenza dell’artista aretino e documenti quali le Ricordanze e lo Zibaldone.
 
 
Biglietto
Intero / € 5,00
Ridotto / € 3,00
Gratuito

BIGLIETTERIA
Museo di Casa Vasari
Via XX Settembre, 55 Aperture straordinarie
venerdì 8/12  |  8:30 – 19:30
domenica 10/12  |  8:30 – 19:30
domenica 24/12  |  8:30 – 19:30
martedì 26/12  |  8:30 – 13:30
 
Informazioni
• In considerazione degli spazi ridotti di quasi tutte le sale, si prevede la presenza contemporanea di un numero massimo di 25 persone. Allo “Stanzino Vasariano” potranno accedere contemporaneamente solo 3 persone, alla “Cappellina” una persona per volta. Alla Sala video sarà consentito l’accesso contemporaneo a 8 persone, con una permanenza massima di 20 minuti
• La biglietteria chiude 30 minuti prima della chiusura del museo
• Ogni prima domenica del mese l’ingresso è gratuito

ORARI
 lun – mer – gio – ven – sab / 8.30 – 19.30
(ultimo ingresso ore 18.30)

domenica e festivi / 8.30 – 13.30
(ultimo ingresso alle ore 12.30)

giorni di chiusura: 1 gennaio, 25 dicembre

Contatti biglietteria:
(+39) 0575 1696258
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

PER ACQUISTO BIGLIETTI: https://discoverarezzo.ticka.it/dettaglio-spettacolo.php?negozio_spettacolo_id=164&fbclid=IwAR248dWevJCLjJFahiBsmPNdQh4etunkDd-v0hXkOdew2T6ywp3ZyednRko

Pubblicato in Eventi Arezzo
Mercoledì, 13 Dicembre 2023 14:10

Casa vasari

La Casa Vasari è un palazzo di Arezzo situato in via XX Settembre 55. Fu la residenza di famiglia del pittore, architetto e storico dell'arte Giorgio Vasari e conserva pregevoli sale affrescate.
L'artista acquistò questa abitazione verso il 1540 e, impegnatissimo tra Firenze, Roma e i suoi viaggi, vi visse per brevi periodi, intervenendo però direttamente sia nei lavori di completamento, che di decorazione, compreso il disperso nucleo di arredi. Aveva progettato anche una facciata, che non venne mai realizzata. Esempio tra i meglio conservati nella regione di casa d'artista e dimora di gusto manierista, fu proprietà degli eredi del Vasari fino alla loro estinzione, nel 1687, quando passò alla Fraternita dei Laici. Venduta a una famiglia privata, i Brozzi, nel 1897 passò ai Paglizzi e, infine, venne acquistata dallo Stato nel 1911, che ne fece un museo aperto al pubblico.

È sede anche dell'Archivio Vasariano. Si raggiunge il piano nobile tramite una scalinata sormontata dal Busto di Giorgio Vasari di ignoto toscano cinque-seicentesco. La prima sala che si incontra è quella del Camino, affrescata da Vasari nel 1548 con la Cacciata dell'Invidia e della Fortuna da parte della Virtù nel soffitto e alle pareti figure allegoriche, paesaggi e storie dei pittori dell'antichità. A destra si trova la cappellina, con una Madonna di Fra Paolino e un raro pavimento in maiolica originale del XVI secolo. Il corridoio di Cerere, o dei Draghi, mostra alcuni dipinti del tardo manierismo, tra cui una Circoncisione attribuita a Mirabello Cavalori e la Morte di Adone di Jacopo Zucchi.

A sinistra la Camera Nuziale col soffitto decorato da un affresco del Vasari di Abramo tra le figure allegoriche della Pace, la Concordia, la Virtù e la Modestia. Tra i dipinti l'Elemosina di san Nicola di Giovanni Stradano, il Cristo portato al sepolcro del giovane Vasari e, dello stesso, un Giuda. Dal corridoio si accede anche all'ex-cucina, affrescata da Raimondo Zaballi nel 1827 e decorata da ritratti soprattutto toscani del XVI secolo. La Camera di Apollo fu affrescata dal padrone di casa con Apollo e le nove Muse e l'Allegoria dell'Amore coniugale, dove si trova il ritratto della moglie, Nicolosa Bacci. Tra i dipinti qui esposti il San Francesco di Alessandro Allori, il contenitore per specchio con la Prudenza, attribuita allo stesso, la Casa del Sole del Poppi, il San Girolamo e la Fortuna di Jacopo Ligozzi. Nella Camera della Fama Vasari dipinse sul soffitto la Fama e sui peducci e le lunette (assai ridipinti) le quattro Arti, il suo autoritratto e i ritratti degli artisti aretini o del territorio di Arezzo: Lazzaro Vasari, Luca Signorelli, Spinello Aretino, Bartolomeo della Gatta, Michelangelo e Andrea del Sarto. La Crocifissione è di Giovanni Stradano (1581), la terracotta policroma invetriata con Galba di Andrea Sansovino, la tavola della Carità di Carlo Portelli. Un piccolo ambiente attiguo contiene il modellino ligneo della Loggia del Vasari, realizzata proprio ad Arezzo, la Madonna col Bambino, sant'Elisabetta e san Giovannino di Santi di Tito e tre scomparti di predella di Maso da San Friano. Probabilmente impiantato fin dalla costruzione dell'abitazione, il giardino sopraelevato rispetto al livello stradale venne principalmente usato come orto, come ricorda lo stesso Vasari in una nota legata all'acquisto del terreno ("da fare orti bellissimi"). La costruzione di una limonaia dimostra la presenza di un giardino all'italiana fin dall'antico, oggi ripreso con la costruzione di aiuole geometriche che risale, grossomodo, alla sistemazione dei primi del Novecento, restaurata nel 1975-1981. Recentemente sono state aggiunte alcune essenze medicinali creando un "orto dei semplici".

L'Archivio vasariano è ancora di proprietà degli eredi degli antichi proprietari, è una delle fonti più preziose per lo studio della Storia dell'Arte del XVI secolo e, più in generale, rappresenta – sul piano storico, letterario, culturale – uno “spaccato” sul Cinquecento e sul Rinascimento di enorme valore: uno dei più importanti (se non il più importante) nuclei documentari di carattere privato esistenti. L'Archivio di Giorgio Vasari, con i libri dei contratti e le carte relative all'amministrazione delle sue proprietà, con i suoi appunti di lavoro, i suoi ricordi e la corrispondenza con i tanti personaggi illustri dell'epoca è un grande patrimonio di scritti autografi cinquecenteschi, meritevole di essere portato alla conoscenza di tutti come “patrimonio dell'Umanità”. Tale raccolta, tuttavia assume valore inestimabile grazie alle 17 lettere autografe di Michelangelo Buonarroti indirizzate al “caro amico Giorgio Vasari” e corredate da 3 sonetti, anch'essi autografi e da tre disegni originali dello stesso sommo Artista.

Pubblicato in Edifici Culturali
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